Alla riscoperta del Bombino Bianco

Il Bombino bianco ha una produzione di poco più di 1000 ettari vitati sulla superficie nazionale.

A differenza della Basilicata e Molise dove viene assemblato con altri vitigni Invece in Puglia il Bombino bianco viene vinificato in purezza, dando un vino giallo paglierino, ricco, gradevole, di gusto pulito.

 E’ uno di quei vitigni che oseremmo definire storici per quanto riguarda la Puglia e in particolare la provincia di Foggia.

Il vitigno, infatti, è presente in Puglia in maniera rilevante soprattutto nel Foggiano, e un particolare terreno fertile per le sue radici anche nella zona  di produzione del San Severo Doc dove si è perfettamente acclimatato.

Il vitigno è di antichissime origini ed il mito vuole che il Bombino Bianco sia arrivato a San Severo di Puglia intorno al 1200 portato dai Cavalieri Templari al ritorno dalla Terra Santa.

Il nome “Bombino” deriva da alcuni scritti (forse fantastici) dove viene colta la somiglianza del grappolo ad un bambino con le braccia distese, infatti proprio da questa immagine arriva il nome Bammino, versione dialettale dell’italiano Bambino, e che nel tempo si è trasformato in Bombino.

Altri scritti invece lo associano ad un’origine spagnola, dove il termine.”Bombino” deriverebbe da “Bovino” che in spagnolo si pronuncia come in italiano “Bombino” significando quindi “vino buono”.

L’acino è  leggermente allungato di colore giallastro con macchie e punteggiature marroni sul lato rivolto al sole. Questo è dato dal fatto che la buccia dei grappoli di Bombino Bianca è spessa e ricca di pruina e con la maturazione si tinge di macchioline caratteristiche.

E’ facilmente riconoscibile per il suo apice del germoglio a forma di  ventaglio e  per il suo colore verde biancastro con sfumature giallastre.

A causa della grande dimensione dei grappoli del Bombino bianco le potature devono essere di media lunghezza per evitare di indebolire troppo le piante.

Oltre alla versione di vino bianco fermo, grazie al suo corredo acido elevato che insieme alla moderata alcolicità ed una giusta maturazione,  lo rendono un ideale  vitigno per la produzione di spumante elegante e molto fine.

Infatti, L’azienda Del Sordo, ci ha particolarmente colpiti perché da sempre si è voluta focalizzare sulla valorizzazione del patrimonio viticolo della loro zona, scegliendo infatti di produttore oltre al Nero di Troia, un altro vitigno considerato “minore”  come il Bombino bianco in purezza in entrambe le versioni: spumante e bianco fermo

La versione spumante è il “Centofate” Spumante Pas Dosé IGP 2019 – D’Alfonso Del Sordo dal colore giallo paglierino. Al naso è fruttato, con sentori di mela verde e agrumato. Al palato è ben equilibrato e fresco. E’ molto versatile se parliamo di abbinamenti spaziando da antipasti come capesante gratinate, olive ascolane, portate di pesce come gamberi, aragosta, pesce persico fino a piatti etnici come il sushi.

Invece l’altro prodotto fermo, “Catapanus” Bombino Bianco 2019 – D’Alfonso Del Sordo è un bianco aromatico dal colore giallo paglierino, al naso si presenta con aromi complessi in cui prevalgono ananas, banana e anice. Questo prodotto oltre al pesce in generale, si abbina particolarmente bene con i primi di mare classici come: risotto al nero di seppia, risotto alla pescatora, spaghetti alla bottarga e spaghetti allo scoglio, ma anche con cibi etnici come paella di pesce e tempura

Catapanus deriva dal nome dell’antico delegato provinciale dell’imperatore , preposto al governo militare e civile dell ‘intera Italia meridionale nel periodo bizantino. A questa autorevole figura hanno voluto dedicare il loro vitigno a bacca Bianca, ritenuta dal produttore la più importante del territorio.

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