Cos’è un vitigno autoctono?

Quando si parla di vitigni, spesso è necessario fare una distinzione tra internazionali e autoctoni.

I primi, diffusi a livello mondiale, danno ottimi risultati in territori molto diversi e distanti tra loro senza essere associati ad uno in particolare.

I secondi si esprimono al meglio in una determinata zona, quella di origine.

Questo concetto è importante quando si parla di espressione di un territorio e non solo di una determinata uva. Ci aiuta a comprendere come il luogo di coltivazione sia una scelta essenziale poiché il vitigno ha un potenziale che si esprime attraverso di esso.

L’Italia vanta un patrimonio ricco di vitigni autoctoni, che nessun altro paese possiede.

Quelli ufficialmente riconosciuti sono moltissimi e presenti in ogni regione.

Alcuni coprono produzioni più grandi e aree diverse. Altri si trovano in zone specifiche e limitate e danno vita a piccolissime produzioni.

Quali sono i vitigni autoctoni italiani?

Facciamo qualche esempio.

Tra i più popolari in assoluto c’è lui, il Sangiovese, il vitigno più diffuso in Italia.

La sua origine è legata alla Toscana, dove ci regala vini emblematici. Si esprime però in modo eccellente anche in molte altre zone, attraverso vini che rispecchiano fortemente il territorio.

Un altro altrettanto conosciuto è il Nebbiolo, vitigno tipico piemontese che ci comunica la sua straordinarietà attraverso vini come Barolo e Barbaresco, se prodotto all’interno delle aree designate. Diventa però manifesto di un’altra terra incredibile se coltivato in Valtellina, dove si esprime in modo totalmente diverso.

I vitigni hanno il potere di diventare veri e propri simboli della regione di produzione.

Il Cannonau è l’autoctono sardo per antonomasia. È una delle prime cose che ci vengono in mente pensando ai prodotti tipici della Sardegna.

Lo stesso vale per l’Aglianico del Vulture, simbolo della Basilicata e considerato il Barolo del sud.

Altrettanto emblematici sono il Pecorino e il Montepulciano se parliamo di Abruzzo.

Gli autoctoni italiani sono talmente tanti e profondamente associati al territorio che potrebbero raccontare ogni angolo di territorio del paese.

Di certo non tutti i vitigni autoctoni sono altrettanto rinomati come quelli appena citati.

Nomi come Raboso, Susumaniello o Refosco possono suonare tanto strani quanto sconosciuti. In realtà sono dei simboli di alcune regioni solo che tendiamo a bere ciò che conosciamo e i vitigni minori rischiano di restare sempre un territorio poco esplorato.

I vitigni autoctoni di Bacco Minore

Uno degli obiettivi e dei pilastri su cui si fonda Bacco Minore è quello di diffondere l’eccezionalità di questi vitigni, delle piccole produzioni e dei territori che rappresentano. 

Qui  puoi trovare i vitigni autoctoni attualmente presenti nel nostro sito, buon divertimento!

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